martedì 8 maggio 2007

"dicere quae puduit,scribere iussit amor"

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Sabato 30 Settembre 2006 ore 00:04:05
Tu ci sei
quandol'autunno si fa grigio
quando l'inverno è più gelido
quando la primavera è gentile
quando l'estate è gagliarda.
Tu ci sei quando la vita pare che ti annienti
quando gli altri t'ignorano
quando chi ama ti ha dimenticata.
Ci sei tu
che mi chiedi:dove sei?
che al telefono mi dici:
come stai?
Tu ci sei.

"dicere quae puduit,scribere iussit amor"

3 commenti:

Sergio ha detto...

"L'amore mi ordinò di scrivere ciò che avrei avuto vergogna di dire"
E' più o meno questa la traduzione? Ormai il mio latino è arruginito. Di chi sono questi versi, Catullo?
Ti abbraccio. Sergio

vorreivolare ha detto...

carissimo,prima di capire come fare per risponderti,ce n'è voluto.Allora,la tua traduzione è giusta anche se mi piace tradurre così:"quello che il pudore m'induce a tacere,l'Amore mi obbliga a scrivere", e che così segue:"Quel che l'Amore ordina,è un gran pericolo disdegnare.L'amore regna e impone le sue leggi anche agli dei,che pure son sovrani."Chi parla è Fedra in una famosa lettera ad Ippolito nelle Heroides di Ovidio.Tutto mi si addice,data l'età,tranne l'essermi innamorata del mio figliastro che per fortuna non ho.Spero di sentirti presto..

Sergio ha detto...

Bene, ovviamente la tua traduzione è molto più corretta e più poetica.
Comunque un 6 me lo merito. In letteratura latina, invece, mi becco un 4. Pazienza. Vedo con enorme piacere che stai ampliando il sito. Sono contento. Ma che belle poesie, calde, malinconiche e piene di amore! Se continui così mi vergognerò di quelle mie ;-D
Ciao dolcissima Ermione. A presto.